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#STORYTELLING #CIVILLERILOSICCO
Tasselli. Ponsacco-Collinarea Festival.
La Palla o Il Pallone?
Il Pallone!!!
Che cosa è veramente perdere?
No, parliamo di vittoria.
Abbiamo vinto o abbiamo perso?
Per un po’ abbiamo vinto come una buona squadra.
Una squadra è già frutto di scelte. La formazione che scende in campo solo una questione di priorità.
Li osservavo mentre seduti sulle panchine ascoltavano le parole di Manuela.
Ho tra le mani una sfera nera. Posso chiedergli di predire il futuro.
Quando finirà?
Finirà.
Conosco bene quella sensazione. Ci sono degli ambiti in cui i rapporti diventano relazioni e queste ultime legàmi e come staccarsi? Scegliere il verbo riflessivo giusto: abbandonarsi. Io sono un attore e dell’abbandono sono un cultore. Quando si è giovani si vive diversamente, si scatena il bisogno tipico del cucciolo, che non comprende lo svezzamento e cocciuto continua a ficcare il muso sotto la tua ascella.
Io ho sempre preferito la voglia di ribellione. Perché? Perché implica un vero sguardo occhi negli occhi, fermo, deciso. Mi guardavano, pronunciando parole che mi investivano, seduti l’uno accanto all’altro. Sarebbero diventati più forti di me. Questa non è mai stata una domanda. Era una profezia.
Trovavo Dario Mu sfuggente. Io sostenevo che mettesse in campo una sorta di concentrazione. I suoi preliminari allo spettacolo, successivamente, mi confermarono una ricerca della prassi, una ritualità folle, che lo differenziavano da tutti gli altri. Il momento prima di varcare la scena. Ad esempio Enrico mi ha sempre salutato prima di andare in scena con il numero della recita che stavamo per affrontare. Aggiungendo, nella sua tagliente ironia, che sui trattava della recita più importante. Mi rubava ogni volta una risata.
Io, invece, nel buio, pallone sulla sinistra e carpetta sulla destra ho sempre detto con un filo di voce: “Buon viaggio, ci vediamo tra un’ora”. La scena ha sempre creato in me un’interruzione dalla vita. Una successione tra vita e quella che i francesi chiamano appropriatamente piccola morte.
L’arrivo di Elena in residenza a Collinarea ha messo tutti in una condizione di sicurezza. Avevo la sensazione che il suo sguardo serrasse l’ordito e rendesse più chiaro l’intreccio dello spettacolo. In vista della presentazione del primo studio pochi giorni dopo, la sera del suo arrivo parlammo ore intere. Manuela ed Elena viaggiavano dentro un sentiero a me sconosciuto. Mi rendevo conto che il mio sguardo non poteva raggiungere l’acutezza del loro. I corpi da vicino ostacolano la percezione totale. Scindermi per acquisire l’uno e il tutto. Sganciarsi dalla scena pur rimanendoci immerso. Pensare visualizzare realizzare…il dogma del grande allenatore di pallacanestro Robert Knight detto Bob.
La stanchezza mi alzava le spalle e il mio collo spariva. Quella notte sognai di venire rimproverato dalla mia maestra delle elementari Lucia.